top of page
Cerca

Il makeover che preferisco è quello che non impone, ma ascolta, accoglie e trasforma con stile!

  • Giovanni Perilli
  • 28 gen 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Voglio iniziare questo post con le parole di Pablo Neruda:

“Ognuno ha una favola dentro, che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti.”

Essere progettisti oggi vuol dire aiutare a trasformare le idee in realtà, vuol dire avere la capacità di ascoltare il cliente e aiutarlo a migliorare gli spazi esistenti.

Un progetto è come un viaggio e bisogna avere l’entusiasmo e la passione per affrontarlo INSIEME.

Lavorare con clienti visionari, che non hanno paura di trasformare i propri spazi credo sia il sogno di ogni progettista, e in questo intervento di ristrutturazione edilizia ho avuto la fortuna di trovare un committente pronto a uscire dagli schemi, dalle idee chiare ma allo stesso tempo pronto ad ascoltare.

Il progetto ha previsto oltre alla ridistribuzione degli spazi interni, alla progettazione degli arredi, al rifacimento delle pavimentazioni e degli impianti, anche la sistemazione della facciata.

Secondo alcuni critici e osservatori dell'architettura contemporanea progettare un edificio oggi può voler dire occuparsi esclusivamente della sua facciata.

Si tratta certamente di un'iperbole, tuttavia l'affermazione indica uno stato dell'arte che vede le facciate affermarsi sempre di più come l'elemento di maggior peso e rilevanza dell'intero edificio.

Fedro discorrendo con Socrate nel pamphlet Eupalino scritto da P.Valery nel 1923 riporta l’interrogativo postogli a suo tempo dall’architetto Eupalino da Megara:

«Dimmi, poiché sei così sensibile agli effetti dell’architettura, non hai osservato, camminando nella città, come tra gli edifici che la popolano taluni siano muti, ed altri parlino, mentre altri ancora, che son più rari, cantano?»

Ed è proprio da questo che siamo partiti. Non una facciata qualsiasi, muta tra le altre, ma una facciata che “canta”.

Una geometria marcata, un gioco di materiali e cromaticità, alternanza di luci e ombre. L’ingresso al piano terra, oggetto di intervento, si distacca completamente dal resto del fabbricato. La porta si mimetizza con il blocco arretrato e le grandi lastre di kerlite che rivestono il tutto conferiscono imponenza e fascino agli spazi.

 
 
 

Contact

0804674428

©2018 by AP² STUDIO. Proudly created with Wix.com

bottom of page